Barche d’esilio
…. ventun “barche” della stessa forma e misura (circa cm. 250 x 45), disposte parallelamente una di fianco all’altra come se fossero a riva. Struttura perimetrale in tondino di ferro. Ognuna realizzata con materiali differenti (alcuni contenuti in un doppio film di plastica trasparente – vergine o pigmentata). I materiali sono quelli di cui si “nutre” ogni comunità per soddisfare i più elementari bisogni, i quattro elementi fondamentali (acqua, terra, aria, legno bruciato per il fuoco), ma anche cibo (riso, farina…), erba, piume pelle, stoffa, ferro, pietra…
Alcune strutture di “barca” sono lasciate vuote, ad indicare che chi se n’è andato ha già portato via qualcosa di essenziale alla vita del paese.
L’intervento è una riflessione visiva sul futuro del borgo. Si salverà? Continuerà a vivere o lentamente i suoi abitanti, uno dopo l’altro, si sposteranno con queste “barche d’esilio” portando via tutto ciò che è asportabile e lasciando a chi resta il vuoto?
dal catalogo “VIII Portici inattuali – 1996”
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